Vademecum sull'adozione di cani di canile per i volontari

Due cani sequestrati dal Nirda per maltrattamento.

(pubblicato sulla rivista "Quattro Zampe", dossier sui canili, autrice Costanza De Palma)

 

Quando si vuole far adottare un cane abbandonato bisogna considerare innanzitutto dei fattori importantissimi: le aspettative dei neo proprietari; le esperienze precedenti; le condizioni economiche; le caratteristiche dell’abitazione e della zona di residenza; lo stile di vita; la composizione della famiglia; le caratteristiche fisiche del cane: sesso, taglia, mantello; le condizioni fisiologiche (età, stato riproduttivo); gli eventuali problemi di salute e fisici; le caratteristiche comportamentali conosciute ed infine le preferenze e attitudini.

1) Le aspettative dei neo proprietari: l’idea di cane che i futuri proprietari hanno in mente potrebbe essere completamente diversa dal cane reale in generale o dal tipo di cane che vorrebbero, quindi bisogna indagare sulle motivazioni (perché vogliono adottare un cane) e sulle aspettative (come si immaginano che possa essere la futura convivenza e fino a che punto sono disposti ad affrontare eventuali problemi), inoltre bisogna per quanto possibile cercare di comprendere i bisogni dei proprietari rispetto alla relazione con l’animale, oltre che i bisogni del cane: la compatibilità delle reciproche necessità è il presupposto fondamentale per la futura possibile convivenza.

2) Le esperienze precedenti possono influenzare la percezione riguardo al nuovo cane creando dei pregiudizi sia nella scelta che nella futura convivenza, mentre le scelte passate particolarmente positive o negative e le esperienze di vita con un determinato tipo di cane possono ostacolare una scelta corretta oppure ingigantire la percezione di taluni comportamenti che vengono considerati imprevedibili/incontrollabili sulla base dell’esperienza con un cane precedente.

3) Le condizioni economiche fanno parte di uno degli aspetti più difficili da affrontare: le persone anziane spesso hanno poca disponibilità ma la compagnia di un animale può essere per loro molto importante.

4) Le caratteristiche dell’abitazione e della zona di residenza (casa singola, appartamento) vanno indagate: un cane di grossa taglia può vivere in un piccolo appartamento ma deve fare regolare esercizio; inoltre è di fondamentale importanza informarsi sulle recinzioni: per un cane che tende a scappare una recinzione insufficiente e una zona trafficata non sono compatibili con la scelta del padrone di farlo vivere all’esterno; bisogna informare chi ha un giardino che il cane non può comunque essere lasciato sempre solo: le relazioni sociali e gli stimoli sono molto più importanti dello spazio a disposizione.

5) Lo stile di vita dei padroni è fondamentale: la possibilità di condividere attività con il cane (correre, passeggiare) in maniera regolare è il presupposto maggiore per la reciproca soddisfazione e adattamento. 6)La composizione della famiglia: le famiglie numerose sono spesso una buona garanzia di stimoli vari e di abbondanza di rapporti sociali, ma occorre che tutti siano d’accordo sull’adozione e collaborino sulla gestione. Però cani con problemi comportamentali legati a insufficiente socializzazione durante il periodo sensibile potrebbero non adattarsi a un contesto troppo vario.

7) Le caratteristiche fisiche del cane: sesso (la scelta del sesso va fatta considerando anche la presenza di altri cani in casa: maschi e femmine possono avere caratteristiche di temperamento diverse ma questa diversità è poco rilevante in cani docili e ben socializzati; nella scelta del sesso va considerata la prevenzione di cucciolate indesiderate);  taglia (è rilevante soprattutto dal punto di vista pratico: gestione nelle passeggiate, spazio, tipo di mezzi a disposizione del proprietario); mantello (bisogna considerare le necessità della sua cura sia dal punto di vista pratico che economico).

8) Le condizioni fisiologiche (età, stato riproduttivo): persone che stanno molte ore fuori casa e non hanno nessuno cui affidare il cane non dovrebbero adottare dei cuccioli, mentre per l’adozione di un cane adulto è importante sottolineare l’importanza delle modalità di inserimento nella famiglia e nella routine quotidiana: difatti un adulto si adatta meglio se viene “immerso” da subito nel tipo di vita che dovrà fare in futuro. Un cane anziano si può adattare alla vita in una nuova famiglia, in particolar modo se la sua permanenza in canile è stata breve, rispetto ad un giovane adulto o ad un cucciolo i tempi di adattamento possono però essere più lunghi e, soprattutto se ha vissuto molti anni con i precedenti padroni, avrà modalità di comunicazione inter-specifica adattate per lungo tempo a un contesto sociale diverso da quello fornito dai nuovi padroni. Lo stato riproduttivo al momento dell’adozione è un fattore molto importante: le complicazioni legate al calore, la gravidanza e la lattazione potrebbero inficiare la possibilità che si instauri un rapporto corretto animale-proprietario.

9) Gli eventuali problemi di salute e fisici:  un cane malato o sofferente può essere meglio accudito in una famiglia che in canile ma diversi fattori devono essere presi in considerazione, oltre a quelli pratici ed economici, ad esempio la possibilità di adattamento, l’instaurarsi di un eccessivo attaccamento alla figura del proprietario o di qualche familiare con il conseguente rischio di problemi da separazione e il manifestarsi di aggressività legata al dolore; in aggiunta la presenza di patologie non evidenti o valutate come poco o per nulla influenti (per esempio dermatiti o otiti) dal punto di vista dell’adozione può contribuire al manifestarsi di reazioni aggressive.

10) Le caratteristiche comportamentali conosciute. Difatti sono importantissime le informazioni avute da chi ha tentato di adottare in cane in precedenza (tendenza a scappare); le informazioni ottenute attraverso l’osservazione del cane in canile (distruttività, attività sostitutive e comportamento con gli altri cani) e in passeggiata (reazioni agli stimoli esterni, grado di socializzazione con diversi tipi umani e difficoltà di gestione al guinzaglio).

11) Le preferenze e attitudini: è utile conoscerele preferenze e motivazioni (il cibo, il gioco, le carezze, l’attività fisica e la relazione con gli altri cani) e il grado di attività in generale del cane ai fini dell’adozione.

 

I primi consigli che devono essere dati ai neo-padroni:

 

A) Routine regolare: le uscite (devono essere lunghe almeno 2 volte al giorno se non si ha il giardino e una volta se ha il giardino; fornire consigli preventivi sull’effetto degli stimoli esterni quando il cane è dietro un cancello o una recinzione; prestabilire le uscite per i bisogni: la scelta del momento, del luogo e del substrato a seconda degli orari del pasto, delle attitudini e delle preferenze del cane; indurre l’abitudine a sporcare in un luogo comodo e vicino a casa; dare informazioni di base su come evitare di aumentare la tensione durante gli incontri casuali in passeggiata con altri cani; incontri molto distanziati al guinzaglio premiando la calma o cambiando direzione e allontanarsi in caso di reazioni di aggressività o eccessiva agitazione; mentre per i primi incontri con altri cani se non ci sono particolari problemi consigliare nel primo periodo incontri in libertà con cani di sesso opposto).

B) Routine regolare: il cibo  (evitare i cambi bruschi di alimentazione; dare pasti a orari regolari: ritualità nella somministrazione del cibo; usare il cibo come premio: gestione di una risorsa che può costituire una motivazione e un incentivo; curare la qualità dell’alimentazione).

C) Predisposizione del luogo di riposo (scegliere un luogo tranquillo, lontano da zone di passaggio, entrate e uscite; rispettare il suo riposo: un cane che dorme o riposa può più facilmente venire disorientato da rumori improvvisi, specialmente se non è abituato al contesto in cui si trova reagendo con aggressività).

D) Gestione delle interazioni con il cane in modo da instaurare fin da subito un rapporto basato sul rispetto e sulla fiducia.

E) Particolari attenzioni se il cane adottato è un cucciolo: socializzarlo e abituarlo alla varietà degli stimoli presenti nell’ambiente in cui dovrà vivere da adulto.

 

 

 

La Sindrome di Canile

(pubblicato sulla rivista "Quattro Zampe", dossier sui canili, autrice Costanza De Palma) 

 

La Sindrome da Canile è una vera e propria patologia: il cane non riesce ad adattarsi a nuovi ambienti e sembra abbia paura di tutto. Si può manifestare con atteggiamenti di fuga o l’immobilizzazione ma anche con l’aggressività; mentre negli stadi più avanzati è possibile osservare ansia o depressione i cui sintomi possono essere attività sostitutive o stereotipie, apatia, disturbi del sonno e dell’alimentazione oltre che aggressività. Ma vi sono vari livelli di gravità: da un livello minimo (il cane si adatta a contesti tranquilli e a tipi umani conosciuti) a un livello massimo (completa assenza di socializzazione e abituazione agli stimoli più comuni). Le cause possono essere lo sviluppo comportamentale in un ambiente deprivato (canile, ma anche allevamenti, cascine e campagna) o in un ambiente con stimoli sociali e fisici monotoni (cuccioli che vedono una sola persona o poche persone, solo uomini o solo donne o solo adulti, tenuti in luoghi silenziosi e poco illuminati, sempre e solo al chiuso o sempre e solo in luoghi aperti come tettoie o granai).

Accanto all’influenza dei geni e alla loro espressione biologica, il comportamento viene indirizzato e modificato dall’influenza dell’esperienza con modalità irripetibili nel resto della vita, quindi le circostanze ambientali possono esercitare un’influenza benefica o devastante nel corso dello sviluppo del cane; le sue capacità di adattamento possono migliorare e affinarsi o divenire progressivamente non-funzionali, a seconda del tipo di esperienze. Se gli stimoli ambientali non sono sufficienti o sono inadatti a promuovere lo sviluppo di un determinato sistema comportamentale i moduli comportamentali innati e le tendenze che vengono espresse da quel sistema tenderanno ad avere uno sviluppo anomalo o ad atrofizzarsi. I diversi sistemi comportamentali si sviluppano in maniera interdipendente e quindi l’inadeguato sviluppo di un sistema influenza quello degli altri: un cucciolo deprivato di stimoli fisici (oggetti, rumori, odori) non svilupperà adeguatamente le sue capacità esplorative e sarà meno competente anche in altri ambiti come per esempio la capacità di cacciare o di avere relazioni sociali. Quindi le esperienze precoci sono fondamentali da questo punto di vista ecco perché durante il periodo più importante dello sviluppo comportamentale, dalle 3 settimane ai 3 mesi, il massimo sforzo deve essere fatto per fornire ai cuccioli un ambiente fisico e sociale vario: abituarsi alle cose nuove aiuta a sviluppare capacità di adattamento agli inevitabili cambiamenti che dovranno affrontare da adulti. Però la stimolazione deve essere graduale in modo da non spaventare i cuccioli e dovrebbe coprire tutti gli ambiti sensoriali: più ambienti, persone, cose, macchine, altri animali il cane vede, annusa, esplora, ascolta, meno si spaventerà da adulto di ciò che non conosce. I cuccioli andrebbero affidati prima dei tre mesi di vita (ma non prima delle 8 settimane se sono in cucciolata con i fratelli e con la madre) in modo che possano sfruttare la grande capacità che hanno durante il periodo sensibile di apprendere in maniera veloce e permanente. In questo modo potranno adattarsi e imparare a riconoscere come comuni tutti quegli stimoli in mezzo ai quali vivranno da adulti.

È possibile far adottare un cane con la Sindrome da Canile se si ha la possibilità di adattarsi al nuovo ambiente e le forme lievi sono perfettamente compatibili in una casa tranquilla con una routine regolare e se sono presenti elementi di facilitazione sociale (altri cani o persone a cui il cane è abituato) è possibile migliorare l’adattamento.

Ai fini dell’adozione bisogna valutare i sintomi delle difficoltà di adattamento possono essere i più diversi in dipendenza delle esperienze e delle caratteristiche individuali (anche genetiche) del soggetto; le patologie organiche possono essere conseguenza di uno stato di sofferenza psicologica: lo stress continuo causa depressione del sistema immunitario e questo può avere ripercussioni in vari organi e apparati. Inoltre cani che vengono scambiati per miti e sottomessi potrebbero invece essere cronicamente terrorizzati, quindi una valutazione completa, fisica e comportamentale, può qualche volta consentire di dare l’aiuto giusto nei casi più difficili.

 

 

Come tutelare lo stato di benessere di cani adottati dai canili

(pubblicato sulla rivista "Quattro Zampe", dossier sui canili, autrice Costanza De Palma) 

 

Adottare un cane dal canile è sempre e comunque un atto d’amore e di generosità, ma molto spesso i neoproprietari non si trovano appagati nelle loro aspettative perché si devono relazionare con cani troppo spesso problematici. Piccoli accorgimenti ed accortezze sono indispensabili per aiutare a costruire una sana ed equilibrata relazione uomo-cane. Nella maggioranza dei casi, i cani sono introversi, spaventati e diffidenti nei confronti degli esseri umani. Ciò è quasi certamente dovuto ad un precedente abbandono. Inoltre, è da prendere in considerazione la cosiddetta “Sindrome da Canile” che è una vera e propria patologia: il cane non riesce ad adattarsi ai nuovi ambienti e sembra aver paura di tutto. Quindi, ecco giustificati gli atteggiamenti di fuga o l’immobilizzazione, ma anche la stessa aggressività. Negli casi più critici è possibile osservare ansia o depressione, i cui sintomi possono essere le attività di sostituzione (leccare parti del corpo, girare su se stessi e altro) e/o le stereotipie (ad esempio l’automutilazione), l’apatia, i disturbi del sonno e dell’alimentazione e l’aggressività. I livelli di gravità sono diversi: si parte da un livello minimo dove il cane si adatta a contesti tranquilli ed a esseri umani conosciuti, ad un livello massimo con completa assenza di socializzazione e abituazione agli stimoli più comuni. Le cause possono essere lo sviluppo comportamentale in un ambiente deprivato che può anche non essere il canile, ma anche gli stessi allevamenti, le cascine e la campagna, o in un ambiente con stimoli sociali e fisici monotoni dove il cane soprattutto da cucciolo vede solo una/poche persona/e ed è tenuto in luoghi silenziosi e poco illuminati, oppure sempre e solo al chiuso o in luoghi aperti. Da ricordare che, insieme all’influenza dei geni, il comportamento viene indirizzato e modificato dall’influenza dell’esperienza acquisita, che è del tutto personale, con modalità irripetibili nel resto della vita. Quindi le circostanze ambientali esercitano un’influenza benefica o devastante nel corso dello sviluppo del cane: le sue capacità di adattamento possono migliorare e affinarsi o divenire progressivamente non-funzionali ed atrofizzarsi del tutto, a seconda del tipo di esperienze se negative e/o positive. Ad esempio, un cucciolo privato della presenza di stimoli fisici, quali oggetti, rumori, odori, non svilupperà adeguatamente le sue capacità esplorative e sarà meno adatto e predisposto a cacciare o, addirittura, ad avere relazioni sociali. Quindi le esperienze precoci sono fondamentali da questo punto di vista. Dalle 3 settimane ai 3 mesi, ovvero durante il periodo più importante dello sviluppo comportamentale, deve essere fatto il massimo sforzo per fornire ai cuccioli un ambiente fisico e sociale vario. Ovviamente, la stimolazione deve essere fatta gradualmente in modo da non spaventarli e far conoscere loro più ambienti possibili, persone, oggetti, macchine, varie specie animali e quanto di altro. È sicuramente possibile adottare un cane affetto da Sindrome da Canile, se si ha la possibilità di fornire un ambiente tranquillo con una routine regolare. Inoltre, la presenza di altri animali, quali un altro cane, faciliterebbe l’adattamento al nuovo ambiente. Un valido aiuto, per chi sceglie di adottare un cane, soprattutto se proveniente da un canile, è dato dalla feromonoterapia, un nuovo tipo di trattamento per i problemi comportamentali del cane. Si tratta di prodotti non invasivi e privi di effetti collaterali testati per aiutare il cane a ritrovare il proprio equilibrio psico-fisico e per poter vivere serenamente con la famiglia adottante. In poche parole, vengono riprodotte tutte le proprietà dei naturali feromoni appaganti materni, aiutando a prevenire ed interrompere i segni correlati a stress e paura sia nei cuccioli che negli adulti, oltre a favorire l’inserimento in un nuovo ambiente ed a controllare la paura di rumori forti quali temporali o fuochi d’artificio. Ma può essere usato anche per problemi di ansia, paura dell’automobile e aggressività di varia natura.

 

CANE PAUROSO E DIFFIDENTE ALL'INTERNO DI CASA

Cosa fare

Bisogna essere indifferenti e non forzare in alcun modo la relazione.

Non coccolarlo o cercare di consolarlo per evitare di rinforzare la sua paura immotivata.

Accovacciarsi di lato e non frontalmente, aspettando che sia il cane ad avvicinarsi.

Premiare con il cibo, carezze e parole dolci ogni azione propositiva del cane.

Non urlare o agitarsi, ma cercare di parlare con lo stesso tono di voce e non gesticolare animatamente.

 

CANE PAUROSO E DIFFIDENTE ALL'ESTERNO DI CASA

Cosa fare

Non portare mai il cane a fare la passeggiata in luoghi troppo rumorosi per evitare ulteriori traumi, ma scegliere un luogo tranquillo.

Non coccolarlo o cercare di consolarlo per evitare di rinforzare la sua paura immotivata.

Non forzare mai la relazione se il cane non vuole socializzare.

Premiare con il cibo, carezze e parole dolci ogni azione propositiva del cane.

 

CANE ANSIOSO

Cosa fare

Non far agitare ulteriormente il cane con corse e giochi quali tira e molla, ma proporre il kong (palla rigida dove inserire del cibo).

Non urlare o agitarsi, ma cercare di parlare con lo stesso tono di voce e non gesticolare animatamente.

Fornire il cibo in mini porzioni per evitare casi di voracità e le relative conseguenze.

Essere indifferenti ad ogni manifestazione di richiesta d’attenzione, soprattutto se lo fa abbaiando e saltando addosso.

 

CANE DEPRESSO

Cosa fare

Stimolare l’interazione arricchendo l’ambiente con giochi di vario tipo e cibi appetitosi.

Valutare l’inserimento di un altro cane di età e taglia simili ma di sesso opposto.

Utilizzare giochi quali il kong per favorire le capacità cognitive.

Premiare con il cibo, carezze e parole dolci ogni azione propositiva del cane.

 

Se non sai se scegliere un cane o un gatto:

https://www.miciogatto.it/cane-o-gatto-come-scegliere-per-adottare/

 

Vedi anche: 

Origine del cane                 http://www.costanzadepalma.it/358707136

Etogramma del cane         http://www.costanzadepalma.it/358707124

Sviluppo del cane              http://www.costanzadepalma.it/358707132

Approcciare un cane!        http://www.costanzadepalma.it/358707103

Razze canine                     http://www.costanzadepalma.it/358707109

Convivenza cane gatto      http://www.costanzadepalma.it/442266978

Cani nelle scuole                 http://www.costanzadepalma.it/358707112

 

Per approfondimenti di carattere divulgativo http://www.costanzadepalma.it/358707115

Per approfondimenti di carattere scientifico http://www.costanzadepalma.it/358707114

 

Commenti

22.11.2018 17:41

Mara

gatto maschio di 7 mesi ho notato un cambiamento nel gioco. adesso non gli interessano più gli stessi di poche settimane fa.Dorme di più e non so cosa fare di nuovo per stimolarlo con altri giochi.

23.11.2018 07:41

Costanza

Buongiorno cara, i gatti hanno bisogno di continui stimoli. In particolare, i gattini tendono ad annoiarsi presto dei soliti giochini. Prova con lo stuzzicamicio e nascondi il cibo in più zone. A pres

23.02.2017 12:06

Cristina Mantelli

Gentile dott.essa ho adottato un cane maschioda canile ha due anni ed è di grossa taglia tutto bene ma ho problemi con estranei e cani maschi

25.04.2017 14:39

Costanza

Buongiorno, preferisco che mi contatti telefonicamente per esserti di maggio aiuto. A presto!